A cura di Giacomo Antonello
La classe 2D
Il piacere della scoperta
Il percorso nella classe 2D dell’Istituto Tommaseo di Torino, inizialmente di 16 ore suddivise in 8 incontri, ha permesso agli allievi di esplorare alcuni concetti chiave associati all’AI come l’etica, la creatività, la verità e la falsità e il machine learning, partendo da una scarsa familiarità su questi temi. Successivamente, su richiesta del docente di riferimento visto anche l’interesse evidenziato dagli studenti durante le attività, sono state aggiunte altre ore per un ulteriore approfondimento. È stata utilizzata una metodologia didattica attiva proponendo sempre un approccio laboratoriale semi guidato, nel quale tutti i presenti erano stimolati ad apportare un proprio contributo. Questa scelta ha acceso in loro la curiosità, spingendoli ad immergersi nei contenuti con spirito di iniziativa, a cimentarsi nell’apprendimento tramite tentativi e riflessioni e a condividere senza timori le proprie idee e perplessità sia con noi facilitatori che con il gruppo classe ed il loro insegnante. Al centro di tutto, l’interazione e la collaborazione: come tessere di un mosaico; ogni studente ha contribuito alla costruzione del sapere collettivo, strutturando legami di comprensione e di supporto reciproco. In questo ambiente, lo scambio di pensieri non è stato solo incoraggiato, ma è diventato il motore di un apprendimento profondo e condiviso, facendo di ogni lezione un’opera dell’ingegno collettivo.
Al centro di tutto, l’interazione e la collaborazione: come tessere di un mosaico; ogni studente ha contribuito alla costruzione del sapere collettivo, strutturando legami di comprensione e di supporto reciproco. In questo ambiente, lo scambio di pensieri non è stato solo incoraggiato, ma è diventato il motore di un apprendimento profondo e condiviso, facendo di ogni lezione un’opera dell’ingegno collettivo.
Un fattore chiave che ha contribuito significativamente al successo dell’esperienza è stata l’eccellente collaborazione instauratasi tra il team di progetto e l’insegnante di riferimento della classe, presente ad ogni incontro, che ha reso possibile una personalizzazione delle attività sia riferite ai singoli che al gruppo, permettendo di adattarle con precisione sia alle competenze preesistenti che alle necessità ed agli interessi formativi degli studenti. Inoltre, ha facilitato la gestione ottimale delle dinamiche relazionali anche in situazioni impreviste, ha assicurato un’integrazione dei contenuti didattici con le attività curricolari e la creazione di un ambiente di apprendimento stimolante e produttivo. Nonostante questo, talvolta qualche studente ha agito in modo tecnologicamente poco consapevole o si è trovato, per così dire, “sorpreso” di fronte ad alcune basilari indicazioni tecniche impartite, probabilmente a causa di lacune pregresse. Tale situazione ha evidenziato come una preparazione tecnologica disomogenea possa costituire difficoltà per il proseguo del lavoro, richiamando perciò l’attenzione sull’importanza di un coinvolgimento/confronto anche con altri insegnanti della classe.
Inoltre, ha facilitato la gestione ottimale delle dinamiche relazionali anche in situazioni impreviste, ha assicurato un’integrazione dei contenuti didattici con le attività curricolari e la creazione di un ambiente di apprendimento stimolante e produttivo. Nonostante questo, talvolta qualche studente ha agito in modo tecnologicamente poco consapevole o si è trovato, per così dire, “sorpreso” di fronte ad alcune basilari indicazioni tecniche impartite, probabilmente a causa di lacune pregresse.
Il percorso didattico si è concluso con un progetto ambizioso e creativo: la realizzazione di un’Escape Room tematica che si è rivelata un palcoscenico eccezionale per gli studenti, permettendo loro di affinare le conoscenze e le competenze acquisite durante i laboratori, dall’uso dei contenuti teorici all’applicazione dei software. Nonostante la “riluttanza” iniziale dell’insegnante di riferimento verso i lavori di gruppo, ogni team ha assunto la responsabilità di creare gli elementi di una stanza specifica, includendo scene, immagini, contenuti informativi ed enigmi correlati all’argomento assegnato. Questo processo collaborativo, seppur contrassegnato dagli ostacoli preannunciati dall’insegnante, alla fine ha fruttato risultati notevoli. Infatti ogni gruppo ha portato a termine il proprio compito contribuendo a dar vita ad un’Escape Room dedicata all’IA che ha permesso di ripercorrere in modo innovativo e coinvolgente i temi affrontati nei laboratori, trasformando le criticità in opportunità di crescita e apprendimento che può essere utilizzato anche in anche in altri contesti formativi.